martedì 26 giugno 2012

L'OSPEDALE DI UDINE PRIMO IN ITALIA PER IL TRAPIANTO DI CUORE A CALDO


9 Aprile 2012 
Le aziende ospedaliere del capolougo friulano e di Padova centri pilota: sono le prime in Italia a utilizzare un sistema innovativo per i trapianti  (cuore e polmone) a caldo: l’organo dopo il tragitto continua a battere.
UDINE. Alle aziende ospedaliere di Udine e di Padova, per i trapianti di polmone e di cuore, è stato utilizzato un nuovo sistema di perfusione a caldo portatile per la conservazione degli organi (Organ Care System – Transmedics Ocs): si tratta di una tecnologia che i due ospedali utilizzano come centri pilota italiani, nello studio internazionale per ottenere risultati definitivi nella pratica clinica. Udine per il solo cuore, mentre Padova è l’unica in Italia per il polmone.

La Chirurgia toracica, diretta dal prof. Federico Rea, e la Cardiochirurgia, diretta dal prof. Gino Gerosa, hanno realizzato già cinque trapianti (4 di polmone e 1 di cuore), avvalendosi del nuovo dispositivo medico che rivoluziona il sistema di conservazione degli organi del donatore e permette di superare alcuni gravi limiti tecnici e temporali della trapiantistica.
A renderlo noto è la stessa Azienda ospedaliera patavina, che spiega come, con la tecnica consolidata fino a oggi, che prevedeva la tradizionale ischemia a freddo, il tempo di trasporto e trapianto non dovesse superare le otto ore per i polmoni e le cinque per il cuore, prima che gli organi comincino a deteriorarsi. «Ora, dopo il prelievo dal corpo del donatore, gli organi anzichè essere »fermati« e mantenuti al freddo durante il trasporto, vengono mantenuti all’interno del dispositivo al caldo, in una situazione che simula le condizioni del corpo umano, nuovamente perfusi del sangue prelevato dal donatore, ossigenato e ricco di nutrienti», spiegano da Padova.
Le condizioni in cui gli organi sono mantenuti con il sistema Ocs, simulando ciò che accade normalmente nel corpo, permettono non solo una conservazione molto più lunga, ma anche un certo grado di ricondizionamento degli organi in sofferenza, marginali o non idonei, poichè l’apparecchiatura mantiene un continuo monitoraggio e aggiustamento dei parametri: il cuore per esempio continua a battere. L’utilizzo di questa metodica, grazie all’apparecchiatura di recente immissione nel mercato internazionale, porta vantaggi considerevoli e significativi miglioramenti clinici, primo fra tutti l’aumento del numero di trapianti possibili, grazie all’opportunità di effettuare prelievi anche in sedi distanti, di affrontare tempi di trasporto più lunghi, di far ricorso anche a organi marginali grazie al ricondizionamento, con la speranza di poter utilizzare organi giudicati non idonei secondo i criteri tradizionali.
Si stima che l’impiego del dispositivo a regime porti a un incremento dell’attività trapiantologica tra il 20% e il 30%. Il che significa riduzione dei tempi di attesa e della mortalità in lista. Ma altrettanto importanti sono la possibilità di valutare completamente e continuamente la funzionalità e la salute degli organi espiantati, di ritardare l’impianto per poter scegliere il ricevente più idoneo, di diminuire lo sviluppo di complicanze perioperatorie.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha sostenuto, con uno stanziamento, una parte di questo progetto dell’Azienda Ospedaliera di Padova.

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