venerdì 26 giugno 2009



Quanno mor' io
fammillo ‘nu piacere
mmiezo a ‘sta rrobba fraceta,
nu piezzo bbuono pure ce starra'.
Dallo a chi serve e che se po salva'.
Ce pienze che bellezza?
Co piezzo mio che passa ‘ncuorpo a n'ato
facimmo fesso a morte tutt'e dduie.


Aldo di Mauro

lunedì 22 giugno 2009

Se si fa bene a donare. . . ?



Il trapianto è la prova, non solo una metafora, della vita. Si tratta di concepire il dono di un organo come segno di fraternità, di condivisione. Un uomo, del resto, non è un'isola in sè compiuta, come ha detto un poeta, ma è parte dell'umanità. Guardare un altro, allora, non è distinguersi, ma riconoscersi. Il trapianto, insomma, in quanto epifania dell'altro, è noi stessi nell'altro oppure l'altro dentro di noi. E' la reciprocità, la confidenza, l'andare e venire della vita.

Sergio Zavoli - Scrittore, giornalista


Lei mi chiede se è una scelta giusta quella di donare gli organi? E come si può dubitarne? Io la trovo una domanda assurda, cui la risposta non può che essere scontata. Cosa c'è da dire: il fatto che un corpo senza vita possa ancora servire a dare la vita, io lo trovo una delle più appaganti conquiste dell'uomo. Deve essere una scelta volontaria, presa in piena autonomia, fatta da noi quando siamo in grado di decidere o da qualcuno altro in nostra vece, quando non lo siamo più. Mi pare ovvio, naturale, nell'ordine delle cose naturali. Che cosa c'è da dire? Per chi ha aspirazione all'immortalità, poi, può essere perfino una cosa meravigliosa.... Dare agli altri un cuore, sapere che può battere, che può continuare a battere nel petto di un altro è una conquista della scienza ma è soprattutto una grande prova di umanità, un grande fatto di civiltà."

Andrea Camilleri – scrittore


Donare gli organi è decisione non facile da prendere, ma se penso che una semplice adesione può salvare o migliorare la vita di tante persone, allora mi auguro che le perplessità vengano superate sempre più frequentemente, per il bene di chi soffre.

Eros Ramazzotti – Cantante


… ho visto il dolore che una mancata donazione può provocare in chi ha la propria vita appesa a un filo, la gioia incontenibile che un’improvvisa disponibilità (di un cuore, di un rene, di qualsiasi altro pezzo del nostro corpo serva) può regalare. Ho visto le lacrime di una madre che salutava il figlio regalando i suoi occhi a un’altra madre e un altro figlio. Ho visto la livella di cui parlava Totò: di fronte a un trapianto nemmeno la differenza di classe può tanto, anche se i soldi aiutano, ma a volte non bastano. Chi non dona non riceve. Il concetto è semplice, cristiano, certo, ma anche musulmano, ebreo, buddista. In tempi come questi in cui le religioni sembrano essere alla base di nuove crociate, quando non di guerre, sarebbe bello tornare alla carità fraterna, al concetto di umana solidarietà alla base di qualsiasi forma di convivenza……. E chi non dona non riceve, chi non accetta oggi di mettere a disposizione degli altri se stesso potrebbe domani non trovare la disponibilità di niente e di nessuno. Tra i tanti primati negativi della nostra terra la scarsità delle donazioni è forse uno dei più inquietanti, dei più difficili a cancellare……. Chi non dona non riceve: forse servirebbe una trasmissione televisiva per convincerci diquesto, ma sarebbe bello arrivarci da soli….… Chi non dona non riceve: usiamolo come un mantra, per convincerci tutti quanti che non basta fare gli scongiuri per augurare il migliore dei futuri possibili a noi stessi e ai nostri figli.

Nino D'Angelo - Attore e cantante

sabato 20 giugno 2009

6° GRANFONDO CICLISTICA DEI TRAPIANTATI


Il tempo sembra non passare per i trapiantati d'organo che, anche quest'anno, si cimentano con la GranFondo Ciclistica dei trapiantati , già alla sesta edizione e che prevede, nel suo tragitto, delle tappe in Emilia Romagna tra cui un evento in occasione dell’arrivo dei ciclisti a Bologna.
Le Associazioni Trapiantati di Cuore, di Reni e di Fegato operanti a Bologna in stretta collaborazione con Il Comitato Provinciale per i Trapianti ,il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia Romagna (c/o Az. Univ. Osp. S.Orsola-Malpighi) ed il Coordinamento Commissione Tecnica Regionale, organizzano questo evento, secondo il programma di seguito esposto:
L’arrivo del gruppo ciclisti di Bergamo, a Bologna, è previsto per le ore 16.30, circa, del 17 settembre 2009 a Porta Saffi ,dove ci sarà ad attenderli un gruppo di ciclisti organizzati dall’Associazione Ciclistica “AZZURRA” di Bologna.
Insieme formeranno un unico gruppo che, scortato dalla Polizia Municipale, attraverserà la città, lungo un percorso che toccherà porta San Felice, Viale Vicini, Viale Pepoli, Viale Aldini, Viale Gozzadini e Viale Ercolani dove entreranno al Policlinico S.Orsola dall’ingresso lì situato.
Percorreranno il viale centrale dell’Ospedale fino alla zona dell’arrivo posta di fronte al C.U.P./fermata “Navetta Vite Nuove”.
I ciclisti ed il seguito saranno accolti dalle Associazioni di Volontariato, dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliera a dai rappresentanti delle Istituzioni Civili e Religiose. Nella zona dell’arrivo saranno predisposti stand per il ristoro e la distribuzione di gadget, inoltre è prevista, per l’occasione, la partecipazione di una rappresentanza di danzatori in abiti d’epoca dell’Associazione culturale “8Cento”di Bologna, che intratterrà i presenti con danze su musiche dell’Ottocento.

lunedì 15 giugno 2009

sabato 13 giugno 2009

Memoria cellulare ?



L’idea che si possa ereditare, con un trapianto di cuore, la personalità del donatore è dura a morire . Almeno così dimostra un’indagine, condotta da un team di neuroscienziati dell’Università di Bristol e presentata al Cheltenham Science Festival in Gran Bretagna,

- <Un paziente trapiantato su tre – ha raccontato Bruce Hood, che ha coordinato la ricerca – ritiene di aver stabilito una specie di legame psichico con il donatore e di aver in qualche modo acquisito alcune delle sue caratteristiche ed esperienze>. Tutte le ricerche scientifiche hanno finora escluso che si possa trapiantare, insieme all’organo, anche la psiche del donatore, nonostante esistano alcuni casi aneddotici e nonostante le persone trapiantate in molti casi mostrino davvero qualche cambiamento della personalità.

Secondo una teoria pseudo scientifica questi fenomeni si spiegherebbero con la cosiddetta memoria cellulare: la nostra personalità e i nostri gusti non risponderebbero soltanto al nostro cervello, ma dipenderebbero anche dalle cellule del nostro corpo. La maggior parte degli studiosi considera questa teoria «senza senso» e spiega in altro modo i cambiamenti di personalità, che pur esistono, dei trapiantati. Numerosi studi, infatti, dimostrano che in molti pazienti con un cuore nuovo si verificano considerevoli mutamenti psicologici che si traducono in sintomi vari, come ansietà, depressione, labilità emotiva, disadattamento sociale, difficoltà sessuali. Tutti questi disturbi non sono legati al trapianto in sé, ma derivano proprio da quell’idea comunissima che il cuore è la sede dei sentimenti , del carattere, dell’amore. E comunque dal fatto che il ricevere un organo da un altro in qualche modo compromette l’integrità fisica di una persona, cambia la percezione del corpo e può portare a un relativo mutamento della coscienza di sé.