giovedì 18 novembre 2010

A Madrid, nuova tecnica di colture cellulari


Il primo bio-cuore prodotto in laboratorio comincerà a battere prima di Capodanno a Madrid. In un sotterraneo dell’ospedale pubblico Gregorio Marañon della capitale spagnola, infatti, è partita la catena di montaggio della prima fabbrica di ricambi umani per trapianti del mondo. Si parte col cuore ma l’obiettivo, teoricamente possibile in un futuro non troppo lontano, è mettere in produzione anche reni, fegati, pelle. E non solo di origine umana, ma anche animale.L’esperimento pionieristico è conosciuto con l’acronimo Sabio (Scafolds and Bioartificial Organs for Transplantation), una joint-venture tra il nosocomio, il ministero zapaterista della Scienza e l’Innovazione, la miglior organizzazione dei trapianti del mondo, la spagnola Ont, e la statunitense Minnesota University. Costo 1,6 milioni di euro. In parole povere, si tratta di risuscitare il cuore di un morto grazie alle cellule staminali adulte del trapiantato dopo che l’organo è stato previamente lavato e crioconservato. «É come fare al paziente un paio di scarpe su misura», sintetizza il chirurgo Hugo Rodríguez.Nella fabbrica opera un equipe di undici medici spagnoli più la dottoressa Doris Taylor della Minnesota University, la prima scienziata al mondo che nel 2008 è riuscita a far tornare alla vita il cuoricino di un topo con la stessa tecnica. «Il progetto è chiamato a risolvere importanti problemi sanitari, la scarsità di organi per i trapianti e un gigantesco progresso per evitare il rigetto nei trapiantati – spiega Francisco Fernández-Avilés, chirurgo capo della Cardiologia del nosocomio madrileno e coordinatore della rivoluzionaria tecnica -. Il procedimento consiste nell’eliminare, con uno speciale lavaggio, il contenuto cellulare di un cuore, ottenendo una matrice sui cui saranno innestate le cellule staminali e che riprenderà a battere».

Sabio ha due assi nella manica. Il primo è l’abbondanza di materia prima. «Non ci sará problema nel somministrare cuori. In Spagna, leader mondiale dei trapianti, sono stati donati solo nel 2009 1606 cuori, eppure solo 260 sono serviti per un trapianto. La maggioranza dei non usati sono disponibili per la sperimentazione», assicura Rafael Matasanz, direttore della Ont. Il secondo, altrettanto importante, é che viene quasi scartata la possibilità del rigetto, visto che le staminali provengono proprio dal ricettore (dopo la purificazione col potente sapone biologico, irrorato a pressione per quattro giorni, al termine della quale rimane solo il 5 per cento del Dna originario) e saranno proprio loro a riformare il tappezzamento dei cardiomiociti, le cellule cardiache.

Si comincia con otto cuori di donanti defunti, inservibili per donazioni e destinati dai familiari alla scienza. «Le matrici si possono conservare per mesi. E conseguire che un cuore sia totalmente ricoperto dalle cellule del trapiantato sui 60 giorni – assicura Taylor -. Le staminali adulte provengono dalla medula ossea e dal tessuto adiposo, ove si trovano in abbondanza quelle che fanno nascere i cardiomiciti del muscolo».Se tutto va bene, agli inizi del 2011 le prime pezze di bio-cuore saranno innestate su animali. I pronostici per un uso umano sono abbastanza prossimi, nel 2015. Attualmente, e solo per i trapianti cardiaci, il rigetto ha un tasso molto elevato, il 40 per cento degli interventi. «Sabio potrebbe segnare una rivoluzione», spera Matasanz della Ont, che registra il tasso di donanti più alto del pianeta, il 34,2 per cento per ogni milione di abitanti.In un secondo momento, dal cuore di morti si potrebbe passare a reni e fegati espiantati a vivi, sempre lavati e rigenerati. Tanto che Fernández-Aviles apre orizzonti da fantascienza: «In futuro potremmo pensare di usare xenotrapianti con organi estratti da altre specie compatibili con gli esseri umani». Olé!

lunedì 6 settembre 2010


Ieri mi ha telefonato un amico sulla cinquantina (conosciuto in ambito lavorativo) chiedendomi come stavo e dicendomi che il venerdì precedente aveva avuto un infarto..... un male insopportabile al petto stava per svenire........

Oggi è uscito dalla terapia intensiva ma deve ovviamente fare gli accertamenti di rito per capire l’entità della cosa, i danni e le conseguenze dell’evento.

Visto che le malattie cardiache sembrano siano al primo posto come causa di mortalità, dedicate una giornata a voi stessi e fate quegli accertamenti che rimandate da sempre per timore,pigrizia o altro , ai quali date poca importanza perchè state bene, secondo il vostro metro.

Andate dal dottore, fatevi prescrivere analisi del sangue approfondite, una visita cardiologica ed un elettrocardiogramma e possibilmente un eco-cardiogramma .

La differenza è che l’elettro-cardiogramma non evidenzia eventuali anomalie del cuore come quella che ho avuto io.

Aggiungere di smettere di fumare, fare una vita sana, controllare l’alimentazione, etc. mi sembra eccessivo, dovreste decidere da soli quando farlo (anche se per esperienza personale posso dire che ci si arriva sempre dopo); in ogni caso fermarsi un attimo e dedicarsi una giornata è doveroso e ne va della vostra salute.

Scegliete una data e tutti gli anni ripetete gli accertamenti e coinvolgete anche chi vi sta vicino , se non altro è un modo per dire con i fatti che gli volete bene.

Gabriele

venerdì 3 settembre 2010

martedì 8 giugno 2010

Cuore e Cuore




Non solo come simbolo o metafora, ma come organo dalla funzione fisiologica centrale, è storia recente. Soltanto tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, infatti, fu identificato a Padova il suo ruolo propulsivo nella circolazione sanguigna. Soltanto da quel momento, grazie all'evoluzione delle conoscenze scientifiche, i significati anatomici si aggiunsero al reticolo di rimandi simbolici legati alla parola "cuore"

Si può iniziare da un punto di vista storico e scientifico osservando le tavole anatomiche racchiuse nei testi storici del belga Andrea Vesalio (XVI secolo) e dell'inglese William Harvey (XVII secolo) oppure le macchine e i dispositivi utilizzati dalla cardiochirurgia, ma si può anche privilegiare un approccio immaginifico, sovrapponendo ai testi medici le suggestioni degli artisti contemporanei oppure le creazioni dell'arte religiosa, come gli ex voto o piccoli oggetti a forma di cuore.

Inevitabilmente, si incorre nella sovrapposizione multipla dei differenti percorsi: forse l'approccio migliore per comprendere l'evoluzione del sapere su questo organo vitale. Un sapere che si distribuisce da sempre su un duplice registro, sacro e profano, simbolico e reale, poetico e scientifico, tanto da lasciar intravedere, accanto alla cardiologia,la tradizionale "scienza del cuore", la "cordiologia": una disciplina trasversale, umanistico-scientifica da far risalire etimologicamente a "cor-cordis" e dedita allo studio delle produzioni umane, sacre e profane, intellettuali e materiali, ispirate all'organo cardiaco.

Nella Bibbia la parola "cuore" ricorre per indicare la parte anatomica solo una decina di volte, mentre il significato metaforico di centro della vita e dell'esistere le viene attribuito in circa mille occasioni. Il cuore è "spirito", soffio generatore, principio di vita. È questa prospettiva spirituale che domina nella Roma cristiana, in cui la nuova religione svolge un effetto frenante nei confronti dell'evoluzione delle ricerche naturalistiche iniziate ad Alessandria nel III secolo a.C.

Fino alle soglie del Rinascimento domina incontrastato il dogma di Galeno (II secolo d.C.) secondo il quale nella parte sinistra del cuore veniva elaborato lo spirito vitale che arricchiva il sangue venoso di origine epatica e lo distribuiva in tutto il corpo attraverso il sistema arterioso, con movimento oscillatorio. È con Leonardo, in cui arte e scienza sono intimamente legate, che si registra un decisivo cambio di cultura: è il primo a raffigurare il cuore e a individuarne anatomia e movimenti, aprendo la strada al belga Andrea Vesalio (1514-1564) che, a Padova, "scese dalla cattedra e prese in mano il coltello", passando personalmente alla dissezione dei cadaveri. Con Vesalio nacque il concetto di anatomia umana sistematica e si giunse a una rappresentazione dell'organo cardiaco priva di ambiguità. Ulteriore, fondamentale tappa nella nascita della medicina moderna fu poi il lavoro di William Harvey che spiegò il moto del sangue.

È da questo momento che la raffigurazione anatomica del cuore-muscolo si insinua nell'immaginario collettivo, sovrapponendosi alla rappresentazione più metafisica e immateriale del cuore-sentimento e provocando una serie di slittamenti sul piano figurativo e artistico. Dal cuore-muscolo, pur se emendato dagli elementi più realistici, deriva l'immagine religiosa tardoseicentesca del sacro cuore di Gesù, ma anche quella profana del cuore dell'innamorato, spesso sanguinante e trafitto da frecce e spine.

Dal XVII secolo amore sacro e amore profano sono ormai inscindibili nella rappresentazione popolare che crea artigianalmente oggetti diversi, destinati a differenti ambiti di fruizione, ma tutti legati dalla metafora del "dono del cuore": così accanto gli ex voto, si trovano orologi, gioielli, contenitori, accendini e lampade cuoriformi.

martedì 1 giugno 2010

Cuore - Rita Pavone 1963


Mio cuore,
tu stai soffrendo,
cosa posso fare per te.
Mi sono
innamorata
per te pace no, no, non c'e'.
Al mondo,
se rido e se piango,
solo tu dividi con me
ogni lacrima,
ogni palpito,
ogni attimo d'amor.
Sto vivendo con te
i miei primi tormenti,
le mie prime felicità,
da quando
l'ho conosciuto
per me, per me più pace non c'e'.
Io gli voglio bene, sai
sai, un mondo di bene,
e tu batti dentro di me
ad ogni piccola,
ad ogni tenera
sensazione d'amor.
Ogni giorno lo so
sempre più
sempre di più tu, tu
tu soffrirai.
Oh mio povero cuor,
Oh mio povero cuor
soffrirai di più,
ogni giorno di più,
ogni giorno, ogni giorno di più
di più, di più.
ad ogni piccola,
ad ogni tenera
sensazione d'amor.
Ogni giorno lo so
sempre più
sempre di più tu, tu
tu soffrirai.
Oh mio povero cuor,
Oh mio povero cuor.

venerdì 21 maggio 2010

30 maggio 2010 Giornata della Donazione



Domenica 30 maggio 2010 si svolgerà a Bologna la pedalata Giardini Margherita-Basilica di S.Luca nell’ambito delle manifestazioni per la “Giornata della Donazione e dei trapianti” organizzata dal Centro di Riferimento Trapianti dell’Emilia Romagna.
La Pedalata è organizzata dall’Associazione Trapiantati di Cuore S.Orsola-Malpighi di Bologna (A.T.C.O.M. onlus) in collaborazione con il G.C. Azzurra, U.I.S.P. e il Moto Club Medardo Monari.
Il programma della giornata si svolgerà come di seguito:
-ore 8,30/9,00 circa ritrovo dei ciclisti in piazza Jacchia, all’interno dei giardini Margherita (ingresso Porta S. Stefano), presso lo stand del Centro Riferimento Trapianti dell’ Emilia Romagna--Ristoro e distribuzione magliette, con il messaggio della donazione, ai ciclisti iscritti alla manifestazione.
-Ore 9,00/9,30 circa, partenza in gruppo, con scorta della Polizia Municipale, accompagnati dalle moto d’epoca, il tragitto si snoderà per Viale Gozzadini, Viale Panzacchi, Viale Aldini, Via Saragozza, Via Casaglia e arrivo nel piazzale della Basilica di S. Luca.
-Ristoro e saluti presso lo stand dell’A.T.C.O.M.Ore 10,30 circa, S. Messa celebrata all’interno della Basilica, durante la quale canteranno la cantante soprano Monica Delli Carri, il cantante tenore Gabriele Mangione e il cantante basso Antonio Marani . .
Seguirà il ritorno ai giardini Margherita, allo stand del C.R.T. E.R. dove, alla presenza della stampa e di radio locali, proseguiranno le iniziative della giornata.

lunedì 17 maggio 2010

Donare il cuore senza limiti

Consiglio Nazionale delle Ricerche/Biologia


Non escludere gli over 55 consentirebbe di ridurre le liste d’attesa per i trapianti. Questo l’obiettivo di un test di funzionalità cardiaca testato da Ifc-Cnr e Sant’Orsola. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Heart and Lung Transplantation

Il trapianto d’organo è ancora l’unica soluzione per salvare la vita di molti pazienti con malattie cardiache gravi avanzate

Alternative come cuore artificiale, trapianto da animali geneticamente modificati o assistenza ventricolare meccanica prolungata oltre 3-4 mesi sono ancora in fase di studio.

Per tale ragione, si registra a livello sia italiano sia internazionale una costante carenza di donatori, resa ancor più pesante dall’età limite, fissata a 55 anni.

Una ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), però, ora dischiude nuove e più ampie possibilità. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Heart and Lung Transplantation.

“Sono oltre 700 i pazienti che ogni anno in Italia avrebbero bisogno di un cuore nuovo, mentre le donazioni raggiungono a malapena la metà. I pazienti in lista d’attesa (media 2-3 anni) hanno una qualità di vita difficile e una mortalità di quasi il 9% annuo”, spiega Tonino Bombardini, ricercatore associato dell’Ifc-Cnr. Se ogni anno si utilizzasse anche solo un sesto dei 670 donatori di cuore ultra cinquantacinquenni, i trapianti in Italia aumenterebbero di 100 l’anno”.

Da questa constatazione, circa cinque anni fa, è partita un’indagine congiunta con il Centro trapianti cuore-polmone del ‘Sant’Orsola’ di Bologna, volta a quantificare la ‘bontà’ funzionale dei cuori dei cosiddetti donatori ‘marginali’”.

Il gruppo utilizza come test diagnostico un ‘eco-stress farmacologico’: “Si infonde sotto controllo ecocardiografico continuo il dipiridamolo, un farmaco vasodilatatore già in uso da 25 anni per la diagnosi non invasiva di malattia coronarica”, spiegano Bombardini e Giorgio Arpesella del ‘Sant’Orsola’.

“Il cuore è infatti un organo erettile, la cui funzione aumenta con l’aumentare del flusso, ma questo solo se le coronarie sono sane e il miocardio è normale. Se il cuore sotto stress obbedisce a tale corrispondenza, allora è adatto per la donazione; altrimenti, se nonostante la vasodilatazione coronarica la funzione peggiora, viene scartato. Il test, che viene eseguito dopo la dichiarazione di morte cerebrale del donatore, dura 6 minuti e rispetta gli altri organi da trapiantare”.

Per uniformare e ottimizzare i risultati a livello nazionale, il ‘Core Eco Lab’ dell’Ifc-Cnr di Pisa certifica i cardiologi idonei ad effettuare l’indagine nei centri abilitati, mentre un portale web, http//adonhers.ifc.cnr.it, consente di inserire le risposte eco-stress dei possibili donatori.

“Il progetto ‘Donazione di cuore marginale’ ha visto il coinvolgimento dell’Associazione interregionale trapianti e l’Organizzazione Toscana trapianti”, conclude Eugenio Picano, direttore dell’Ifc-Cnr di Pisa. “Attualmente attivo in nove centri in Emilia-Romagna e Toscana - Cesena, Bologna, Baggiovara e Parma; Pisa, Firenze, Lucca, Empoli e Siena - è pronto per essere esteso a tutte le regioni italiane”.

Secondo dati Cnt-Centro nazionale trapianti, nel 2006 solo il 45% dei 1.234 donatori di cuore potenziali in Italia avevano un’età inferiore ai 55 anni. E inoltre 169 dei 345 trapianti venivano eseguiti in riceventi ultra-55enni

Anche negli Stati Uniti, dove ogni anno si effettuano più di 2.000 trapianti di cuore, solo il 7% dei donatori ha una età superiore ai 50 anni, nonostante la mortalità annua dei cardiopatici in lista d’attesa sia superiore al 10% (dati Optn-Organ Procurement and Transplantation Network – Srtr-Scientific Registry of Transplant Recipients, 2008)