sabato 8 febbraio 2014

Se mangi più fibre il cuore ringrazia

Uno studio su 23 mila persone conferma l’importanza di consumare in abondanza frutta e verdura, legumi e cereali integrali

Portare in tavola ogni giorno tanta frutta e verdura, arricchire la dieta di cereali integrali e legumi: in poche parole, mangiare molte fibre. Tutti sappiamo che fa bene e adesso una ricerca che ha la forza dei grandi numeri, perché è stata condotta su oltre 23 mila persone, ne dà una potente conferma. Lo studio, pubblicato di recente sull’American Journal of Medicine, dimostra che introdurre fibre in quantità riduce il rischio cardiovascolare: dovremmo però impegnarci molto di più per aumentarne il consumo, che purtroppo è mediamente al di sotto delle quantità raccomandate. La conferma scientifica stavolta ha tutte le carte in regola per non essere ignorata: i dati derivano infatti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) statunitense, per il quale gli autori dello studio hanno analizzato le abitudini e lo stato di salute di ben 23.168 americani, in modo da poter valutare l’eventuale correlazione fra l’introito di fibre con la dieta e l’insorgenza di disturbi cardiovascolari.
LE ALTRE RICERCHE - «Sono molte le ricerche che hanno dimostrato, già in passato, come le fibre siano in grado di ridurre i valori della pressione arteriosa, i livelli di colesterolo e il grado di infiammazione sistemica — spiega la responsabile della ricerca, Cheryl Clark, del Brigham and Women’s Hospital dell’Università di Harvard, a Boston —. Con il nostro studio abbiamo voluto capire quante ne introducono davvero gli americani e se - e come - le quantità assunte con la dieta si riflettano sullo stato di salute delle persone, valutando peraltro anche l’eventuale influenza di altri fattori, quali sesso, età, etnia, condizione socioeconomica».
LE DOSI - I risultati della ricerca americana indicano innanzitutto che l’introito giornaliero è mediamente ben al di sotto delle raccomandazioni: in media si aggira, infatti, attorno ai 16 grammi al giorno, mentre l’Institute of Medicine statunitense consiglia 38 grammi di fibra al giorno per gli uomini e 25 grammi per le donne al di sotto dei 50 anni; per gli over 50, invece, le quantità di assunzione raccomandate passano a 30 grammi per gli uomini e a 19 grammi per le donne. In Italia la situazione non è molto differente. Anche la Società Italiana di Nutrizione Umana indica in circa 30 grammi al giorno la quota di fibre raccomandabile, affermando che si tratta di un obiettivo sensato e raggiungibile. Eppure, come sottolinea ancora la Società Italiana di Nutrizione Umana, la media dei consumi degli italiani si attesta attorno ai 20-25 grammi al giorno. Insomma, anche nel nostro Paese, si potrebbe fare meglio, seguendo con maggiore attenzione le indicazione degli esperti. A maggior ragione dopo quest’ultima conferma, proveniente dallo studio americano, sul fatto che le fibre tengono alla larga i problemi che minacciano cuore e vasi sanguigni.
OBESITA’ - «I partecipanti alla ricerca Usa che mangiano abitualmente una minor quantità di fibre sono risultati essere anche quelli in cui si è riscontrata più spesso la presenza di obesità, di sindrome metabolica, di infiammazione generalizzata. La prevalenza di questi problemi, invece, si riduce drasticamente all’aumentare dell’introito di fibre» osserva Cheryl Clark. Si tratta, a giudizio degli esperti, di dato inequivocabile e “schiacciante”, che indica una volta di più la necessità di aumentare la quota di frutta, verdura e cereali integrali nel piatto. Anche perché, aggiungono gli specialisti, le fibre, oltre a far bene al cuore, sono utilissime per diminuire il rischio di tumori gastrointestinali. Un altro “effetto collaterale” del mangiar sano tutt’altro che irrilevante.

Fonte. Il Corriere
http://www.corriere.it/salute/cardiologia/14_gennaio_31/se-mangi-piu-fibre-cuore-ringrazia-a43f5554-8a80-11e3-aecc-b2fa07970b97.shtml






giovedì 6 febbraio 2014

È vero che salire le scale può essere già un’attività fisica salutare?

Rafforza l’apparato cardiovascolare riducendo il rischio di malattie cardiache e di trombosi venosa

Qualche anno fa in Emilia davanti agli ascensori delle aziende ospedaliere avevano messo la scritta «Sali le scale che sale la salute»; adesso a Londra sono comparsi dei pannelli ai piedi delle scalinate di diverse strutture pubbliche che precisano quante calorie si consumano facendole a piedi. Ma quanto è davvero salutare questo esercizio, che è economico quanto la corsa e - vantaggio in più almeno nella stagione invernale - che si può fare al chiuso? Prima di impegnarmi in questo “sforzo” vorrei essere sicuro dei benefici che posso ottenere e saper come «sfruttarlo» al meglio.
Risponde Gianfranco Beltrami, docente Corso di laurea in Scienze motorie, Università di Parma
Per chi non riesce ad andare in palestra o a fare sport all’aperto, salire le scale come forma di allenamento, per un ventina di minuti, rappresenta effettivamente un ottimo esercizio fisico, comodo e gratuito, in grado di apportare notevoli benefici al nostro organismo. È una attività di tipo aerobico che, se effettuata per una ventina di minuti, rafforza l’apparato cardiovascolare aumentando l’ossigenazione del miocardio e di tutti i tessuti, riducendo, pertanto, il rischio di malattie cardiache e di trombosi venosa. Questo tipo di allenamento migliora anche la resistenza alla fatica e la forma fisica contribuendo ad eliminare lo stress. Quanto al dispendio calorico, va detto che è notevole: mediamente intorno alle 8 calorie al minuto, ma è variabile a seconda della velocità di effettuazione dell’esercizio, dell’altezza del gradino e del peso del soggetto. Questa attività rappresenta quindi anche un valido ausilio alla dieta per chi ha problemi di sovrappeso e vuole ridurre il grasso corporeo.
Si tratta inoltre di un esercizio che rinforza i glutei e tutta la muscolatura degli arti inferiori e che è anche ottimo come allenamento di tonificazione per le discipline sportive come lo sci e la corsa in cui è fondamentale mantenere un buon tono muscolare degli arti inferiori per prevenire traumi e infortuni. Salire le scale è utilissimo anche negli anziani per rinforzare glutei e quadricipiti e ridurre l’incidenza di cadute , nelle donne in menopausa per migliorare la massa ossea e ridurre l’incidenza di osteoporosi e nelle persone con problemi metabolici che necessitano di abbassare i livelli di grassi nel sangue ed aumentare quelli di colesterolo buono HDL. Ovviamente, anche questo tipo di “allenamento” va praticato correttamente, indossando calzature idonee (le scarpe da jogging sono le migliori), facendo qualche esercizio di riscaldamento prima di iniziare la salita ed un po’ di allungamento per quadricipiti, femorali e polpacci al termine dell’esercizio.
Fondamentale è il mantenimento di una corretta postura: bisogna tenere la schiena diritta piegandosi leggermente in avanti a ogni passo, guardane avanti e mantenere la testa alta, appoggiare sui gradini l’intera superfici del piede e non solo le punte. La limitazione maggiore di questo esercizio è la sua monotonia. È possibile però variare la tipologia salendo i gradini più o meno velocemente, singolarmente o a due o tre alla volta, salendo a zig zag, muovendosi da un lato all’altro della rampa o salendo a passi incrociati per favorire equilibrio ed elasticità. Sempre consigliato è scendere lentamente per evitare cadute. Se ci si stanca delle scale si può continuare l’allenamento con esercizi in casa a corpo libero o con l’ausilio di piccoli pesi o elastici.

Fonte Corriere della Sera
http://www.corriere.it/salute/cardiologia/14_gennaio_13/vero-che-salire-scale-puo-essere-gia-un-attivita-fisica-salutare-28c9e3b2-7c4d-11e3-bc95-3898e25f75f1.shtml

PARIGI: Trapiantato il primo cuore artificiale autonomo

Da A 46 anni dal primo trapianto di cuore, ecco superata una nuova barriera della medicina: a Parigi è stato trapiantato per la prima volta un cuore artificiale completamente autonomo su un paziente affetto da insufficienza cardiaca terminale da un’equipe medica dell’ospedale europeo Georges Pompidou.   Le autorità sanitarie francesi avevano autorizzato il trapianto a fine settembre e se i risultati rispetteranno le aspettative il cuore artificiale potrebbe eliminare problemi dei normali trapianti con un organo donato come il rischio di rigetto. La prima valutazione sarà effettuata a un mese dall’intervento. Intanto il paziente, fanno sapere dall’ospedale, è sotto sorveglianza, in un reparto di rianimazione, ma vigile e in grado di parlare con i famigliari. Il cuore artificiale é stato concepito dall’azienda francese Carmat, dopo lunghi anni di studi e ricerche. Si tratta di una bioprotesi interamente impiantabile, che si adatta allo sforzo e dovrebbe ridare al paziente la propria autonomia. Simile al cuore umano, l’apparecchio, definito dall’azienda «solido e con una funzionalità e una durata esemplari», è formato da quattro valvole e due ventricoli cardiaci. «Ci rallegriamo di questo primo trapianto, ma sarebbe chiaramente prematuro trarne delle conclusioni perché si tratta di un prima operazione, con un decorso post-chirurgico ancora molto breve», commenta il direttore generale di Carmat, l’italiano Marcello Conviti. «Il cuore artificiale riproduce totalmente un normale cuore umano», aveva spiegato a settembre Philippe Pouletty, co-fondatore del gruppo, «con due ventricoli che mobilitano il sangue come farebbe il muscolo cardiaco, con dei ricettori che permettono di accelerare il cuore, di rallentarlo, di aumentare il flusso, di diminuire il flusso. Il paziente dorme, diminuisce. Sale le scale, accelera, non ha dunque nulla a che vedere con una pompa meccanica»
FONTE BLOG PUNTI DI VITA
http://puntidivita.it/it/medicina-del-trapianto/parigi-trapiantato-il-primo-cuore-artificiale-autonomo.html