lunedì 22 giugno 2009

Se si fa bene a donare. . . ?



Il trapianto è la prova, non solo una metafora, della vita. Si tratta di concepire il dono di un organo come segno di fraternità, di condivisione. Un uomo, del resto, non è un'isola in sè compiuta, come ha detto un poeta, ma è parte dell'umanità. Guardare un altro, allora, non è distinguersi, ma riconoscersi. Il trapianto, insomma, in quanto epifania dell'altro, è noi stessi nell'altro oppure l'altro dentro di noi. E' la reciprocità, la confidenza, l'andare e venire della vita.

Sergio Zavoli - Scrittore, giornalista


Lei mi chiede se è una scelta giusta quella di donare gli organi? E come si può dubitarne? Io la trovo una domanda assurda, cui la risposta non può che essere scontata. Cosa c'è da dire: il fatto che un corpo senza vita possa ancora servire a dare la vita, io lo trovo una delle più appaganti conquiste dell'uomo. Deve essere una scelta volontaria, presa in piena autonomia, fatta da noi quando siamo in grado di decidere o da qualcuno altro in nostra vece, quando non lo siamo più. Mi pare ovvio, naturale, nell'ordine delle cose naturali. Che cosa c'è da dire? Per chi ha aspirazione all'immortalità, poi, può essere perfino una cosa meravigliosa.... Dare agli altri un cuore, sapere che può battere, che può continuare a battere nel petto di un altro è una conquista della scienza ma è soprattutto una grande prova di umanità, un grande fatto di civiltà."

Andrea Camilleri – scrittore


Donare gli organi è decisione non facile da prendere, ma se penso che una semplice adesione può salvare o migliorare la vita di tante persone, allora mi auguro che le perplessità vengano superate sempre più frequentemente, per il bene di chi soffre.

Eros Ramazzotti – Cantante


… ho visto il dolore che una mancata donazione può provocare in chi ha la propria vita appesa a un filo, la gioia incontenibile che un’improvvisa disponibilità (di un cuore, di un rene, di qualsiasi altro pezzo del nostro corpo serva) può regalare. Ho visto le lacrime di una madre che salutava il figlio regalando i suoi occhi a un’altra madre e un altro figlio. Ho visto la livella di cui parlava Totò: di fronte a un trapianto nemmeno la differenza di classe può tanto, anche se i soldi aiutano, ma a volte non bastano. Chi non dona non riceve. Il concetto è semplice, cristiano, certo, ma anche musulmano, ebreo, buddista. In tempi come questi in cui le religioni sembrano essere alla base di nuove crociate, quando non di guerre, sarebbe bello tornare alla carità fraterna, al concetto di umana solidarietà alla base di qualsiasi forma di convivenza……. E chi non dona non riceve, chi non accetta oggi di mettere a disposizione degli altri se stesso potrebbe domani non trovare la disponibilità di niente e di nessuno. Tra i tanti primati negativi della nostra terra la scarsità delle donazioni è forse uno dei più inquietanti, dei più difficili a cancellare……. Chi non dona non riceve: forse servirebbe una trasmissione televisiva per convincerci diquesto, ma sarebbe bello arrivarci da soli….… Chi non dona non riceve: usiamolo come un mantra, per convincerci tutti quanti che non basta fare gli scongiuri per augurare il migliore dei futuri possibili a noi stessi e ai nostri figli.

Nino D'Angelo - Attore e cantante

Nessun commento:

Posta un commento