sabato 13 giugno 2009

Memoria cellulare ?



L’idea che si possa ereditare, con un trapianto di cuore, la personalità del donatore è dura a morire . Almeno così dimostra un’indagine, condotta da un team di neuroscienziati dell’Università di Bristol e presentata al Cheltenham Science Festival in Gran Bretagna,

- <Un paziente trapiantato su tre – ha raccontato Bruce Hood, che ha coordinato la ricerca – ritiene di aver stabilito una specie di legame psichico con il donatore e di aver in qualche modo acquisito alcune delle sue caratteristiche ed esperienze>. Tutte le ricerche scientifiche hanno finora escluso che si possa trapiantare, insieme all’organo, anche la psiche del donatore, nonostante esistano alcuni casi aneddotici e nonostante le persone trapiantate in molti casi mostrino davvero qualche cambiamento della personalità.

Secondo una teoria pseudo scientifica questi fenomeni si spiegherebbero con la cosiddetta memoria cellulare: la nostra personalità e i nostri gusti non risponderebbero soltanto al nostro cervello, ma dipenderebbero anche dalle cellule del nostro corpo. La maggior parte degli studiosi considera questa teoria «senza senso» e spiega in altro modo i cambiamenti di personalità, che pur esistono, dei trapiantati. Numerosi studi, infatti, dimostrano che in molti pazienti con un cuore nuovo si verificano considerevoli mutamenti psicologici che si traducono in sintomi vari, come ansietà, depressione, labilità emotiva, disadattamento sociale, difficoltà sessuali. Tutti questi disturbi non sono legati al trapianto in sé, ma derivano proprio da quell’idea comunissima che il cuore è la sede dei sentimenti , del carattere, dell’amore. E comunque dal fatto che il ricevere un organo da un altro in qualche modo compromette l’integrità fisica di una persona, cambia la percezione del corpo e può portare a un relativo mutamento della coscienza di sé.

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