martedì 22 febbraio 2011

È una scoperta che potrebbero mettere fine alla necessità dei trapianti di cuore rendendo i soggetti che hanno subito un infarto, capaci di auto-riparare i danni subiti dalle cellule.
La speranza arriva dallo Zebrafish, un piccolo pesce tropicale con un super potere: può rigenerare il proprio tessuto cardiaco danneggiato in tempi estremamente brevi.
In appena una settimana infatti lo zebrafish può riparare più del 20% del muscolo cardiaco.
Ora la ricerca scientifica sta lavorando con la British Heart Foundation sperando che la sorprendente abilità del pesciolino possa portare allo sviluppo di nuove terapie che un giorno permetteranno al cuore umano di ripararsi da solo.
“Presto ci si potrà riprendere dalle conseguenze di un attacco di cuore in modo semplice e veloce, come ci si riprende da una frattura ossea” ha affermato il Professor Peter Weissberg, direttore scientifico
del British Heart Foundation.
Anche se ci sono differenze significative tra la struttura del cuore del pesce zebra e quello umano, ci sono abbastanza similitudini da far pensare che il salto non sia impossibile.
Per esempio, il cuore dello zebrafish ha solo due cavità, mentre quello umano ne ha quattro, ma anche il cuore umano contiene un numero significativo di cellule staminali latenti che potrebbero stimolare il tessuto cardiaco a rigenerarsi.
I ricercatori hanno già scoperto una molecola chiave nei poteri rigeneranti del pesce. È una proteina chiamata “thymosine beta-4” che sembra azionare la crescita della membrana epicardica che circonda l’organo. Nuovi farmaci a base di questa proteina sono già in fase di studio.
“Speriamo di trovare molecole simili che possano essere capaci di stimolare allo stesso modo la proliferazione cellulare nell’uomo.” ha dichiarato il Professor Paul Riley dell’Institute of Child Health, che sta studiando i futuri farmaci.
“Fin dalla sua nascita – ha detto Peter Weissberg – 50 anni fa British Heart Foundation ha compiuto grandi passi in avanti nella ricerca medica per meglio diagnosticare e trattare le persone affette da tutti i tipi di problemi cardiaci. Ma il problema più grande che ci sfugge ancora è come aiutare le persone il cui cuore è stato danneggiato da un infarto. Si potrebbe rivoluzionare la qualità della vita delle persone rovinate per l’incapacità del proprio cuore”.

FONTE: italiasalute.leonardo.it

Nessun commento:

Posta un commento